Il termovalorizzatore di Roma costruito a due passi da Pomezia sembra un rischio sempre più concreto.
Il consiglio d’amministrazione di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, martedì ha approvato l’acquisizione per 7,5 milioni di euro di un terreno di circa 10 mila metri quadrati a Santa Palomba.
“Il termovalorizzatore sarà pubblico”, ha ribadito più volte il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, e l’impianto sarà probabilmente gestito da Ama, interamente o in partecipazione. “Ci sarà un ritorno di fondi e risorse per la città” aggiunge Sabrina Alfonsi, l’assessore al ciclo dei Rifiuti, in riferimento ai guadagni della trasformazione di energia e al risparmio dei costi attuali per l’invio dei rifiuti in altri impianti fuori regione e all’estero.
Secondo Gualtieri l’impianto dovrebbe entrare in funzione per il Giubileo e quindi entro il 2025.
Numerose le critiche al progetto, molto contrastato anche dalla scorsa Amministrazione comunale di Pomezia targata M5S. Qualche mese fa infatti, il consiglio comunale approvò un ordine del giorno, promosso dai grillini e votato da Pd, Fdi e Lega, con il quale si metteva nero su bianco il “no” al termovalorizzatore a Santa Palomba.
Di seguito le parole pronunciate dall’ex primo cittadino di Pomezia Adriano Zuccalà subito dopo l’approvazione dell’ordine in consiglio comunale:
La scelta dell’inceneritore, tecnologia ormai vecchia e anacronistica, va in contrasto con i principi della transizione ecologica, per la quale in Italia è stato creato un Ministero che ne prende il nome; i principi dell’economia circolare che prevedono condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile, in modo da tendere a ridurre i rifiuti al minimo; i dettami dell’Unione Europea, secondo la quale gli impianti di trattamento con recupero energetico sono al penultimo posto della gerarchia e della tassonomia sui rifiuti che prevede, in ordine, prevenzione, riuso, riciclo, recupero energetico appunto, e in ultima ipotesi, smaltimento in discarica; le linee guida stabilite dal piano regionale per la gestione dei rifiuti, secondo il quale gli obiettivi da raggiungere sono la riduzione della produzione dei rifiuti, il sostegno alla raccolta differenziata e lo sviluppo dell’economia circolare; va in contrasto con il Piano Rifiuti della Regione Lazio che non prevede l’installazione di nuovi inceneritori in alcun territorio del Lazio e che afferma il principio di prossimità. Gualtieri non solo dovrà prendersi la responsabilità nei confronti dei cittadini di Pomezia, Albano e Ardea, ma anche dei cittadini romani, perché non facciamo finta di dimenticare che il Sindaco di Roma in campagna elettorale ha negato fermamente la necessità di realizzare un termovalorizzatore e ora, a distanza di pochi mesi, ha già cambiato idea. Sempre dalla parte del rispetto dell’ambiente, sempre dalla parte dei cittadini
LEGGI ANCHE – LEGGE 219/17 E D.A.T. A POMEZIA, TESTAMENTO BIOLOGICO