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RICATTO MAFIOSO A POMEZIA: IMPRENDITORE COSTRETTO A SVENDERE IMMOBILI, 8 ARRESTI

Ricatto mafioso a Pomezia: un imprenditore, titolare di una società edile, è finito nel mirino di due clan criminali alleati, uno legato alla mafia siciliana e l’altro alla criminalità romana. L’obiettivo era chiaro: ottenere tre appartamenti a un prezzo stracciato in cambio di una protezione fittizia, che nascondeva un vero e proprio sistema di estorsione.

I clan agivano in tandem. Uno minacciava e intimidiva, sparando nei cantieri dell’imprenditore e minacciando i suoi familiari, l’altro si presentava come “salvatore”.

Il risultato? L’imprenditore ha ceduto tre immobili in via del Mare a Pomezia per soli 300mila euro, più o meno la metà del loro valore reale.

A peggiorare la situazione, è intervenuto anche un altro imprenditore locale, titolare di un’agenzia di vigilanza di Pomezia. Fingendo di voler risolvere il conflitto, ha costretto la vittima a firmare due contratti di sponsorizzazione da 100mila euro per due società sportive, una di calcio e una di basket. Un’altra manovra per svuotargli le tasche.

RICATTO MAFIOSO A POMEZIA: GLI ARRESTATI

L’inchiesta, avviata nel 2018 dalla DIA e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è una costola dell’operazione Assedio e ha portato oggi a nove misure cautelari: sei arresti in carcere (di cui tre già detenuti tra i quali Antonio Nicoletti e Pasquale Lombardi), due ai domiciliari e un obbligo di firma.

Ai domiciliari anche un ex consigliere comunale, vicino a una società calcistica locale. Tra gli altri indagati figurano volti già noti all’antimafia e nomi nuovi del clan Santapaola di Catania. Le accuse includono estorsione con metodo mafioso, coercizione contrattuale e intestazione fittizia di beni.

Le autorità continuano a indagare, ma la fotografia che emerge è inquietante: un territorio dove la protezione si compra con la paura e dove i clan operano con metodi spietati.

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